“Genz4bz”, Bolzano ripensata dai giovani

Tra il 10 e il 14 agosto dell’anno scorso, la città di Bolzano è stata osservata da una prospettiva se vogliamo insolita, attraverso gli occhi dei giovani che la abitano. Il progetto “Genz4bz. Urban play per la Bolzano che vogliamo”, uno dei vincitori del bando Generazioni 2020, è nato con lo scopo di far ripensare e ridisegnare alcuni quartieri di Bolzano. A ripensare e ridisegnare questi spazi non sono stati né architetti né designer né ingegneri, bensì alcuni giovani tra i 13 e i 25 anni: Lara Bona, Katharina Buratti, Irene Chiogna, Malik Diallo, Astel Favalli, Laila Hleihil, Kosara Keskinova, Rodrigo Medina, Yasmin Nilufar e Giulia Zanacchini.

Dopo una presentazione sugli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, il gruppo ha riflettuto sull’articolo 31 della Convenzione sui diritti del fanciullo, che promuove il «diritto al riposo e al tempo libero, di dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e di partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica». Ed è proprio la modalità del gioco urbano, urban play, che gli ideatori dell’iniziativa, i designer Daria Shmitko ed Emilio Grazzi, hanno scelto per stimolare ragazze e ragazzi a reinventare il proprio quartiere, cogliendone bisogni e potenzialità. «L’urban play è una modalità di partecipazione cittadina molto diffusa in grandi città come New York, Amsterdam e Cape Town», racconta Daria Shmitko. «Attraverso questa iniziativa, le amministrazioni locali possono conoscere meglio i desideri dei cittadini, nel nostro caso i giovani. Il gioco, nel nostro progetto, è stato usato come stimolo creativo, per promuovere l’apprendimento dello spazio, il bene comune e la coesione intergenerazionale. Il gioco urbano, in particolare, aiuta a sentirsi parte della comunità e a sviluppare resilienza urbana, ed è anche una risorsa per la trasformazione della città».

Ai partecipanti a “Genz4bz” è stato chiesto di pensare a ciò che manca nel loro quartiere. «È emerso – racconta Shmitko – che a Bolzano mancano gli spazi di relax e di incontro per i giovani». Dopo un lavoro di analisi, i giovani, divisi in quattro gruppi, hanno dovuto pensare a come “riempire” quel vuoto e migliorare lo spazio urbano. I progetti, che si sono concentrati soprattutto sui prati accanto al fiume Talvera, sono stati valutati da una giuria di professionisti e di rappresentanti della pubblica amministrazione, e in futuro potranno prendere corpo. Hanno analizzato le proposte Secil Ugur Yavuz, ricercatrice presso la facoltà di Design e Arti della Libera Università di Bolzano, Maria Lo Russo, coordinatrice dello spazio Vintola 18, Ivan Moroder, ingegnere presso l’Ufficio Mobilità del Comune di Bolzano, Fabio Raffaelli di Formazione Lingue presso la Provincia di Bolzano, Manuela Prantner, responsabile del centro giovani Kolping, e Kuno Prey, professore di design presso la Libera Università di Bolzano.

C’è chi, come Kosara, Rodrigo e Malik, ha pensato a un posto dove tutti – grandi e piccoli – possano rilassarsi. Il punto si troverebbe sotto il Ponte Roma, che collega i quartieri di Don Bosco, il centro e l’Oltrisarco. Per evitare affollamenti, lo spazio potrebbe essere prenotato attraverso un’applicazione. Irene e Katharina, invece, hanno pensato a un’area relax affacciata sul Talvera e divisa in due parti: una più “libera”, dove le persone potranno sistemarsi con il proprio asciugamano e prendere il sole, l’altra con un tettuccio e delle amache. Laila, Yasmin e Giulia hanno ideato uno spazio, sotto il ponte del Talvera, con alcuni tavolini e una discoteca sotterranea, che potrebbe essere collocata proprio sotto le colonne del ponte. Infine, Lara e Astel hanno pensato a un parco dove potranno esserci un bar, uno spazio per lo yoga, una libreria e delle aiuole.

Oltre a Daria Shmitko e a Emilio Grazzi, hanno collaborato alla realizzazione del progetto la cooperativa Studio Comune, la professoressa Beate Weyland e l’architetta Alessandra Galletti.

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domenica 22 Dicembre 2024