Siamo Europa Festival: “Le notizie sull’Europa (spiegate bene)”

Uno dei tanti appuntamenti del “Festival Siamo Europa” – in scena a Trento tra 13 e 14 Maggio – è stato l’incontro con Luca Misculin, giornalista per il Post da 10 anni, dove si occupa proprio di Europa, tema a cui è dedicata un’intera sezione del giornale, chiamata Konrad, che ha come obiettivo il raccontare la prospettiva europea in maniera diversa da come può essere vista dai quotidiani di un singolo stato, spostando l’attenzione sugli argomenti di interesse principale in ottica più concreta, ponendo il tutto in una cornice più ampia. Il prossimo step di questo processo sarà con grande probabilità un podcast, composto da una sorta di rassegna stampa europea con approfondimenti inclusi, di cui l’evento “Le notizie sull’Europa (spiegate bene)” è stato una sorta di prova tecnica.

Raccontare l’Europa è un’esigenza giornalistica, spiegare le notizie che hanno rilevanza è un must, soprattutto considerando che gli avvenimenti clou dei nostri tempi nascono quasi esclusivamente da un contesto internazionale, per realizzarlo basta appunto leggere i titoli di alcuni giornali nazionali e non. È proprio su questo filone che il discorso del relatore si è sviluppato: la lettura di titoli di giornali europei, per poi analizzarne il contenuto è stato un ottimo momento formativo, con un’idea perfetta per un eventuale podcast.

I primi due giornali presentati sono stati il tabloid svedese Expressen e il Gazeta Wyborcza, principale quotidiano polacco, tra i pochi ancora indipendenti e non nell’orbita dello stato semi-autoritario, e entrambi hanno messo al centro quella che è stata senza dubbio la notizia della settimana: l’ingresso sempre più prossimo di Svezia e Finlandia nella NATO.

La concretezza di queste due testate sul piano politico manca sicuramente in moltissime altre: tra gli argomenti più trascurati c’è stato il sesto pacchetto di sanzioni partite dai vertici dell’UE per la Russia, recepito in maniera differente da ogni stato, complice il tornaconto nazionale. Possiamo capire questa differenza di interessi da come, per esempio, la Magyar Nemzet – giornale ungherese, “molto vicino alla figura di Orban” – ha tentato di sminuire il tutto, nonostante le dichiarazioni ufficiali a livello europeo non lasciano spazio a dubbi.

Altre notizie poco curate sono state state la dimissione del presidente della Frontex – che potrebbe finalmente portare alla luce le barbarie avvenute negli ultimi anni lungo i confini della costa greca – o la vittoria alle elezioni nazionali in Irlanda del Nord del Sinn Fèin, il braccio politico dell’IRA ai tempi dei Troublers, che potrebbe aprire a un ritorno delle “due Irlande” unite.

Un altro tema molto gettonato è stato quello dell’Eurosivion. come anche la Conferenza sul Futuro dell’Europa, sulla quale però le testate giornalistiche europee si sono divise tra chi ne tesse le lodi e chi invece ha preferito essere molto più critico.

È proprio da questa spaccatura ideologica e editoriale che – come riportato da Luca Misculin – possiamo capire quale sia il problema di un potenziale giornale europeo: “Non si può parlare per via di queste differenze di un giornale europeo, la soluzione migliore potrebbe essere quella offerta da Wolfgang Blau: è più pratico aprire sezioni del proprio giornale in inglese – come già fatto da El Pais o Le Monde – per ampliare il proprio pubblico senza snaturare la realtà redazionale. In un giornale servono un pubblico ed entrate solide e un pubblico europeo – nonostante tutto quello che ci unisce – non esiste, al momento”.

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sabato 21 Dicembre 2024