Effetto Matilda… mitica sì, ma poi?
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Mary W. Jackson, matematica e ingegnera statunitense che lavorò presso il National Aeronautics and Space Administration (NASA).
Scienza è un sostantivo femminile, recita il dizionario. Allora perché conosciamo così poche scienziate donne? Lo spiega “l’effetto Matilda”, con cui si definisce la minimizzazione o perfino la negazione dei risultati scientifici conseguiti dalle donne per motivi di genere e l’attribuzione sistematica dei loro studi ai colleghi uomini. In breve, è la convinzione che la scienza sia prerogativa maschile. È una definizione coniata negli anni ’90 dalla sociologa Margaret Rossiter e il nome risale alla nota attivista statunitense Matilda Joslyn Gage, la quale nel 1870 in un saggio intitolato “Woman as an Inventor” contestò il generale pregiudizio che le donne fossero prive di genio inventivo o meccanico.
Ma non si tratta solamente di storia: è cultura. Le conseguenze dell’effetto Matilda si fanno sentire ancora oggi. Le ragazze che decidono di intraprendere una carriera scientifica sono ancora troppo poche: la percentuale di donne che frequenta corsi STEM in Italia è pari a circa il 37%, contro il 63% degli uomini. Un divario evidente che non affonda di certo le sue radici nelle capacità o nelle propensioni dei diversi generi. Le ragazze iscritte a corsi STEM, infatti, presentano risultati accademici migliori, ma tassi di occupazione e retribuzione più bassi rispetto agli uomini (Osservatorio Talents Venture, il Gender Gap nelle facoltà STEM, 2020).
Perché è importante colmare il gap di genere nel settore? Favorire la presenza femminile negli ambiti STEM non contribuirebbe solo a risolvere il problema del gender gap in uno degli ambiti chiave per il futuro della società, ma avrebbe effetti nettamente positivi per favorire la crescita economica. Secondo le ricerche condotte dall’EIGE, l’Istituto Europeo per la parità di genere, colmare il divario fra uomini e donne nelle professioni tecnico-scientifiche “contribuirebbe a una crescita del PIL europeo pro-capite del 2,2% e il 3%” nei prossimi 30 anni, il che in termini monetari significa “un miglioramento del PIL di 610-820 miliardi di euro nel 2050”.
Insomma, “Eccellenza” è un sostantivo femminile che andrebbe conosciuto, valorizzato e promosso. Per capirlo non ci vuole una scienza, ma una scienziata, quello sì!
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mercoledì 5 Febbraio 2025