Visioni d’Europa: Europarlamentari incontrano giovani europeisti

I giovani europei, ma soprattutto italiani, si stanno allontanando sempre di più dal mondo della politica. Quali sono i motivi? Come vengono gestite le politiche migratorie dall’Unione Europea? Quanto la situazione ucraina ha colpito il Parlamento Europeo Queste ed altre domande sono state poste da Angelica Boscolo e Francesca Schioppo ai due europarlamentari Salvatore De Meo e Brando Benifei, ospiti del sesto incontro del ciclo “Visioni d’Europa” – organizzato dalla Fondazione Trentina Alcide De Gasperi in collaborazione con l’Ufficio Politiche Giovanili del Comune di Trento – che a differenza dei webinar precedenti è consistito in un’intervista.

Dopo la presentazione degli ospiti, la prima domanda è stata volta ad indagare il motivo di questo allontanamento dei giovani dalla politica e la sua eventuale correlazione con la tendenza dell’Unione Europea a rappresentare più gli stati che i cittadini. È Salvatore De Meo il primo ad esprimersi sull’argomento, precisando subito quanto l’UE sia in realtà più vicina di quanto sembri, facendo notare il grandissimo aiuto che essa ha fornito nel periodo di pandemia e quanto il suo operato risulti fondamentale nel conflitto bellico tra Ucraina e Russia. L’Europarlamentare ha citato, in tal direzione, i piani rivolti ai giovani e volti ad unificare le diverse culture, portando l’esempio dell’Erasmus. La risposta di Benifei è stata invece caratterizzata da un piglio quasi provocatorio, volto ad evidenziare i molti limiti che l’Unione ha ed il fatto che, se si vuole riportare interesse tra i giovani e tra i cittadini europei, qualche cambiamento deve avvenire.

La seconda domanda, posta da Francesca, ha voluto approfondire l’aspetto relativo a quanto un parlamentare si senta effettivamente parte di un partito europeo, più che rappresentante del suo stato. È proprio questo, secondo l’onorevole De Meo, un grande problema dell’UE che si riflette di conseguenza sulla politica estera. L’esempio è presto servito: il patto Transatlantico, dove l’Unione non gode di quella dignità che i singoli stati, come la Francia, possiedono. Questa riflessione è stata sottoscritta anche da Benifei che ha voluto mettere in luce alcuni limiti interni del Parlamento Europeo proprio in relazione alla politica estera.

L’ultima domanda ha voluto indagare due aspetti: in primis, la possibilità della nascita di
partiti solamente europei con proposte e ideali analoghi a quelli dei partiti nazionali; in seconda battuta il fatto che, nonostante si dica che l’Europa pensa molto ai giovani, sia molto difficile anche solo avere un contatto con un esponente europeo.
Il primo a prendere la parola è stato qui Benifei, che ha aperto alla possibilità di vedere in futuro dei partiti europei che non siano solo partiti “ombrello” che raccolgono i vari blocchi nazionali, impossibilitati fisiologicamente, seppur coordinati, ad avere una visione totalmente europea. Sul secondo aspetto, per Benifei il “distacco” di molti esponenti politici europei è da attribuire alla grande mole di lavoro che, al netto della volontà di aprirsi al confronto, toglie loro la possibilità di partecipare alla maggior parte delle attività e dei progetti.

Chiude l’evento il pensiero in merito di De Meo secondo cui, per aspirare a dei veri e propri partiti europei, sarebbe necessaria una vera e propria “rivoluzione” del sistema elettorale, con tutte le difficoltà del caso. Sul secondo aspetto, l’europarlamentare si è trovato in totale accordo con il collega e ha voluto, inoltre, scusarsi per questa reale difficoltà.

Il prossimo appuntamento della rassegna, intitolato “Giovani alla ricerca di esperienze di vita nell’UE: quali strade percorrere?” è in programma venerdì 6 maggio alle ore 17:00.

Giulio Benedetti

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giovedì 26 Dicembre 2024