Un mondo in movimento: l’associazione “Un’altra scuola”
Cos’è “Un’altra scuola”? La didattica a distanza ha fatto tornare la scuola al centro del dibattito pubblico. In molti è nata o si è rafforzata la consapevolezza della centralità del sistema scolastico nelle nostre vite, un congegno fondamentale che forma i cittadini di domani e che influenza a cascata ogni altro ambito della società.
In “tempi non sospetti”, prima della pandemia, nasceva il gruppo “Un’altra scuola”, formato da un gruppo di studentesse, studenti e giovani lavoratori che hanno deciso di provare a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di una riforma del sistema scolastico italiano. “Tutto è nato dalla rubrica Rivoluzione scolastica, che io e Valentina Failla abbiamo iniziato a curare a fine 2019 per l’Universitario, il giornale degli studenti dell’Università di Trento”, racconta Elisa Mazzocato, studentessa di Lingue e Letterature straniere. Gli articoli fornivano un’opinione sui principali punti deboli del sistema scolastico italiano. “Il più importante, secondo noi, è la mancanza di un’educazione al senso critico – spiega Elisa – che ha conseguenze che si possono osservare in età adulta, come l’analfabetismo funzionale di cui si parla soprattutto in occasione dei test internazionali, quali i test di Pisa”.
“Un’altra scuola” ha aperto i battenti ufficialmente un anno fa. Sui suoi canali social – Facebook, Instagram, Telegram e Twitter – propone una rubrica di lettura, la rubrica d’interviste “Cara vecchia scuola” e una serie di contenuti sulla storia del sistema scolastico. Da inizio marzo, il gruppo ha fondato un’associazione, alla quale ci si può tesserare al costo simbolico di 3 euro.
La scuola? Un mondo in movimento. “All’inizio pensavamo che in Italia mancasse un dibattito pubblico sulla scuola”, spiega Elisa. “Eravamo quindi intenzionate a farlo nascere, ovviamente nel nostro piccolo. Poi però, facendo ricerca, ci siamo rese conto che esiste un mondo di associazioni, riviste e gruppi di insegnanti e lavoratori che gravitano attorno alla scuola che sta cercando di mettere in pratica dei metodi di insegnamento alternativi anche nel nostro Paese”. Una “realtà in movimento”, quindi, come la definisce Elisa, che ha bisogno di essere portata all’attenzione anche di chi, uscito dalla scuola dell’obbligo, sente che questo sia un mondo che non può più interessarlo. “Un’altra scuola” ha scelto quindi i social come terreno nel quale portare un dibattito che, oggi come in passato, è necessario per tutta la società, e non solamente per chi di scuola vive. Per ora, il focus dell’associazione è la scuola strettamente intesa – fino alle superiori – ma in futuro, forse, il dibattito si amplierà, coinvolgendo anche il mondo universitario.
Tortuga e le “scuole naturali”. Elisa Mazzocato conduce una serie di interviste, “Cara vecchia scuola”, per raccontare l’esperienza di chi, nel nostro Paese, sta cercando di portare una ventata d’aria fresca al “sistema-scuola”. Le abbiamo chiesto di presentarci due proposte particolarmente interessanti. “L’idea di sistema scolastico di Tortuga, il think-tank di studenti e ricercatori di economia e politica con base a Milano, è sicuramente la più strutturata”, afferma Elisa. “L’hanno presentata nel libro Ci pensiamo noi. Dieci proposte per far spazio ai giovani in Italia”. Un’altra esperienza interessante è quella delle “Scuole Naturali”: per l’Universitario e Sanbaradio, Elisa Mazzocato ha intervistato Danilo Casertano, che ha fondato gli Asili del Mare e del Bosco. “Si tratta di un approccio post-montessoriano, in un certo senso, che valorizza il contatto con la natura ed è improntato al gioco e alla libertà”, spiega Elisa.
Cosa ci devono insegnare Sciascia e D’Avenia? Scorrendo le pagine di “Un’altra scuola”, troverete una serie di post, piccole pillole apparentemente “slegate” ma che compongono un mosaico utile per una riflessione sul senso della parola “educare”. Educare alla poesia, alla lettura, alla libertà dai pregiudizi di ogni genere. Ogni libro inserito nella rubrica di lettura è presentato in ottica “educativa”: se Sciascia può insegnarci a coltivare lo spirito critico e può avvicinarci a un problema purtroppo sempre attuale – la mafia -, D’Avenia, in “Cose che nessuno sa”, può raccontarci come il senso di smarrimento sia in realtà un sentore che, piano piano, stiamo crescendo… soprattutto se abbiamo tra le mani un buon libro.
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domenica 22 Dicembre 2024