Cosplay: tra esibizionismo e creatività
Nato in Giappone negli anni ’70 e diffusosi a ruota in tutti gli angoli del mondo, il Cosplay (in giapponese コスプレ) è la pratica di stracciarsi di dosso gli abiti dell’omologazione e vestire i panni di un personaggio di fantasia. Extraterrestri a detta di alcuni, i cosplayer rivendicano un’identità creativa, fantasiosa e imprenditoriale. Ve la raccontiamo con l’intervista a Umi Ryuzaki, Athena, Emily, Lady Isabel, Cure Marine, Magica Emi e Maria, che sono (in fondo) la stessa persona.
Cos’è il Cosplay?
Una passione che mi stravolge positivamente giornate intere e in certi periodi stressa ogni cellula del mio corpo, anche quelle morte. È un modo per realizzare dal nulla un’opera d’arte e indossarla.
Quando hai iniziato?
Da piccola. Facevo overdose di cartoni animati. Oltre a guardarli in televisione, mi piaceva chiudermi in stanza, mettermi al computer e cercare le immagini delle scene più belle. Avevo hard disk interi pieni di foto.
E poi?
Poi ho scoperto un forum frequentato da persone che facevano (sul serio) quello che io desideravo da sempre: vestire gli abiti di personaggi animati e avere il coraggio di andare in giro. Mi si è aperto un mondo.
Da chi ci si può travestire?
Da chiunque. La tradizione giapponese è legata agli anime, ma ogni idolo che abbia un costume, un’armatura o un particolare taglio di capelli può diventare Cosplay. Anche il cinema è un ottimo ispiratore.
E chi ti fa il costume?
La mia pazienza, le mani, la caparbietà e l’ostinazione nel voler cercare la perfezione. Le mie ore, il mio tempo, la creatività e la voglia di studiare e sviluppare competenze. Ho studiato al Liceo classico e l’unico strumento che ho imparato a impugnare è la penna: oggi me la cavo in opere di falegnameria (per le armi), sartoria, in trucco, parrucco, fotografia e mi definisco un artigiano autodidatta.
Cioè impari da sola?
Per i lavori complessi a volte chiedo una mano, ma di solito faccio e disfo, provo, cucio e scucio, creo e distruggo, cerco dei tutorial in Internet e seguo le indicazioni. Mi metto in gioco finché quello che immagino non sta fisicamente tra le mie mani.
Ma poi?
Poi partecipo agli eventi pubblici e sfrutto l’occasione per farmi fotografare. Di solito ci sono fotografi che, per passione, si dilettano nel ritrarre i cosplayer e, lavorando sull’immagine, riescono a farci sembrare identici ai personaggi. È esibizionismo, ovviamente, con la finalità di essere un’altra, per un giorno.
Vi fate di cose pesanti?
Chi ci guarda da fuori pensa che siamo degli invasati. “È la moda all’ultimo grido tra i pagliacci fuggiti dal Circo Orfei” sostengono alcuni.
Dedicarsi anima e corpo alla fantasia non ti allontana troppo dalla realtà?
Sto studiando per diventare una truccatrice e questa passione mi permette di praticare, sperimentare, cercare nuove strade. Alla perfezione dell’eyeliner abbino l’eccentricità di perline e strass. E non sono la sola. Gente dai 14 ai 40 anni che, smessa la tonaca della routine, si lancia piedi, testa e cuore nella fantasia fanno di questo passatempo un bel modo di stare al mondo.
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sabato 21 Dicembre 2024