La zuppa del viandante: la storia e gli ingredienti
Bastano un po’ d’acqua, dei fagioli, tutte le verdure che preferiamo (o che abbiamo già nel frigo) e qualche grammo di pasta a piacere. Sono questi gli ingredienti necessari per la cosiddetta “zuppa del viandante” che, secondo la leggenda, veniva offerta nelle città italiane ed europee ai nomadi o ai viaggiatori in cerca di cibo.
Ce ne ha parlato Fabio Weber, cuoco e volontario dell’associazione “Amici dei senzatetto”, che ieri, 26 novembre, ha servito questa pietanza a chi ha partecipato all’inaugurazione di Casa Baldè, la nuova sistemazione per persone senza-fissa-dimora di Trento.
“Una zuppa casareccia fatta con tutti i ritagli della pasta che avanza nei pacchetti o in fondo ai barattoli e che non basta mai per una sola porzione: un piatto unico che contrasta gli sprechi del cibo” ha spiegato lo chef.
Le leggende sulla zuppa del viandante
Le storie sull’origine di questo piatto sono moltissime ed è difficile risalire a quella originale. Una delle tradizioni, vuole che la zuppa fosse una dei cibi prediletti da chi offriva ospitalità ai girovaghi perché era un piatto economico, sostanzioso e che si prestava ad essere “allungato” con un po’ d’acqua nel caso in cui gli ospiti aumentassero all’improvviso.
Un’altra storia – forse meno verosimile, ma sicuramente suggestiva – racconta di un pellegrino che, stanco e affamato, giunse in un villaggio e chiese ad un’anziana signora ospitalità per la notte e, se possibile, un piatto caldo per mettere qualcosa sotto i denti. La donna, che non navigava nell’oro, gli disse che non aveva nulla da mangiare nemmeno per sé. L’uomo, quindi, escogitò un modo per rimediare una cena per entrambi. Chiese di riempire una pentola d’acqua, per poter bollire dei sassi e preparare “un’ottima zuppa”. Dopo qualche minuto, destando la curiosità della signora e di tutto il vicinato, chiese a lei e aivilleggianti degli altri ingredienti da aggiungere in pentola(verdure, spezie, ecc.), “per dar sapore ai sassi bolliti”. Alla fine, ci fu minestra per tutti e gli abitanti del villaggio compresero quanto può essere benefico il potere della condivisione per sconfiggere la fame.
La zuppa del viandante a casa Baldè
“Qui a Casa Baldè (e a tutte le strutture gestite dall’associazione “Amici dei senza-tetto”) la zuppa del viandante è un pasto di benvenuto e un modo per accogliere gli ospiti e farli sentire a casa, per quanto possibile” ha spiegato lo chef soffermandosi poi sulle pietanze dei suoi menù: “Offriamo sia cibo italiano che etnico. Nel menù sono incluse delle pietanze che tengono conto delle esigenze alimentari e culturali di tutti. Offriamo cibo a base di carne (in particolare pollo), ma anche piatti vegetariani, vegani e gluten-free (ovviamente, questi ultimi sono cucinati separatamente)”.
Per accedere ad una delle strutture dell’associazione “Amici dei senza-tetto” è possibile visitare il loro sito ufficiale o, in alternativa, rivolgersi a Casa Maurizio, in via Bezzecca 10 di Trento. Qui verranno fornite tutte le informazioni necessarie per poter avviare l’iter per la richiesta di ospitalità.
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mercoledì 4 Dicembre 2024