Giovani e volontariato: Thomas Adami tra una piega e un intervento sul territorio

In Trentino esiste un solo corpo permanente di Vigili del Fuoco, che conta 150 persone, il resto del territorio è presidiato dai circa 5000 volontari che svolgono un incarico impegnativo e non privo di rischi. Per approfondire questa realtà UnderTrenta ha incontrato Thomas Adami, classe 1989, titolare del salone Quinta Stella Parrucchieri di Torchio e vigile volontario di Civezzano.

Come sei entrato in contatto con questa organizzazione?

Molti miei clienti ne facevano parte e con il tempo mi hanno incuriosito. Inoltre credo sia il lavoro che appassiona tutti i bimbi maschi (ride). L’ho visto soprattutto come un modo per imparare qualcosa di nuovo e per avere la formazione antincendio che mi serve anche come parrucchiere. Ho seguito il corso abilitante e sostenuto le prove teoriche e fisiche attitudinali. Prevedevano l’ingresso in una stanza buia, un percorso già stabilito dove individuare entrate e uscite e un altro in cui correre trasportando alcune bombole. Quest’ultimo era particolarmente difficile perché l’obiettivo era terminare il tragitto prima che finisse l’ossigeno. Sono riuscito ad entrare solo al secondo tentativo perché nel primo avevo finito l’aria.

Dopo aver superato i test come procede l’addestramento e il lavoro sul campo?

In vista delle prove tecniche insegnano ad utilizzare le scale e il castello, ma una volta ammessi, si provano preventivamente solo le manovre da attuare nelle varie situazioni di emergenza. C’è una parte organizzativa, che prevede la pulizia della caserma, la preparazione dei mezzi e il controllo degli strumenti di lavoro. Si basa tutto su una suddivisione in turni di una settimana ciascuno, in cui si è invitati a restare in zona, in modo che nel momento in cui suona una selettiva – l’allerta che può avvenire via telefono o via cercapersone – si sia pronti a recarsi in caserma il più velocemente possibile per partire poi tutti insieme o a gruppi a seconda delle situazioni. Noi siamo suddivisi in quattro squadre e ogni venerdì della settimana in cui tocca alla mia, facciamo manovra. Essendo poi parte della Protezione Civile, può capitare di dover intervenire anche in altre zone d’Italia quando si verificano gravi situazioni di emergenza, come l’alluvione in Emilia Romagna dell’anno appena trascorso.

In sei anni di attività qual è l’intervento che ti è rimasto più impresso?

Per assurdo uno a cui non ho partecipato: l’incidente d’auto del mio vicino di casa che è rimasto bloccato all’interno del veicolo in fiamme. In realtà lui aveva previsto tutto perché quando si è schiantato era già deceduto, ma ricorderò sempre quanto l’accaduto avesse scosso i miei colleghi, nonostante, vista la zona in cui operiamo, l’incidente in tangenziale all’altezza del cementificio Corona rappresenti la casistica principale.

Consiglieresti ai giovani di impegnarsi in quest’attività di volontariato?

Sì, soprattutto perché è anche un’occasione di aggregazione con i colleghi: si conoscono persone e allo stesso tempo si impara qualcosa di nuovo e ci si migliora costantemente.

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giovedì 21 Novembre 2024