Giovani e lavoro: dalla laurea in Biotecnologie al lavoro oltremanica, l’esperienza della ricercatrice Claudia Vivori

Claudia Vivori è una ragazza di 31 anni laureata in Biotecnologie Mediche al San Raffaele di Milano. Dopo aver fatto qualche esperienza in laboratorio in università come studente e dopo la laurea ha iniziato un dottorato in Biomedicina a Barcellona che è durato in totale 4 anni. Dopo un anno ulteriore in cui è rimasta nel laboratorio del suo dottorato per finire il progetto, ha trovato un lavoro come ricercatore post-dottorato (“post-doc”)​ in un prestigioso istituto di Londra e si è trasferita lì proprio nel bel mezzo della pandemia.

Come hai scelto questo percorso di studi?

Non me lo ricordo bene, a dir la verità. Credo sia stata mia mamma a mettermi la pulce nell’orecchio durante l’ultimo anno di liceo, intuendo che qualcosa di scientifico mi sarebbe piaciuto… Ed aveva ragione!

È stato un percorso difficile? Cos’hai fatto dopo la laurea?

Il mio corso di laurea era piuttosto competitivo, sì, mi è piaciuto molto però e sono convinta che sia i corsi sia i tirocini in laboratorio mi abbiano preparato bene al mondo della ricerca! Il periodo più intenso è sicuramente stato il dottorato, nel bene e nel male. È un percorso molto stressante per cui bisogna essere motivati, ma ho avuto la fortuna di trovare un istituto molto accogliente e un capo che mi ha lasciato molte libertà, soprattutto di imparare. Non solo ho appreso moltissime nuove tecniche “al bancone”, ma ho anche mosso i miei primi passi per quanto riguarda la programmazione.

Com’è stata l’esperienza a Barcellona? E di cosa ti occupi ora?

Lavorare a Barcellona è stato stupendo. La città è spontanea, piena di stimoli e collegata, in poche ore di aereo, con tutta l’Europa. Durante il dottorato non ho solo lavorato, ho stretto amicizia con persone provenienti da tutto il mondo e “trovato l’amore” nel laboratorio a fianco, come spesso succede in ambito scientifico. Ora mi sono trasferita a Londra per un post-doc, un progetto che durerà altri quattro anni. Studio cosa succede alla trascrizione dei geni durante il differenziamento delle cellule staminali embrionali in neuroni, occupandomi di un mix di lavoro al bancone e di programmazione.

Un consiglio a un(a) giovane che volesse intraprendere il tuo percorso…

I corsi di biotecnologie sono tantissimi, molto diversi tra loro e con milioni di sbocchi. Anche solo tra i miei compagni di università, oltre a persone che lavorano in “ricerca accademica” come me, c’è chi ha scelto percorsi diagnostici, chi fa ricerca in case farmaceutiche, fondazioni internazionali o trial clinici, chi scrive in ambito medico o fa divulgazione scientifica, chi fa il consulente in ambito scientifico… Le/gli consiglierei soprattutto di non avere paura di fare domande, di continuare a guardarsi attorno e, con il tempo, di cercare di trovare quello per cui è portata/o. È possibile che il lavoro ideale per voi non esista nemmeno nel momento della scelta del percorso universitario. Non scoraggiatevi quindi se non lo trovate su un volantino di orientamento: lo creerete voi con le vostre esperienze!

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venerdì 14 Marzo 2025