Da qualche parte starò fermo a aspettare te: intervista alla scrittrice Lorenza Stroppa

 

Lorenza Stroppa lavora come editor in una casa editrice veneta. Da qualche parte starò fermo ad aspettare te è uscito per Mondadori a febbraio 2020 e noi abbiamo voluto intervistarla per scoprire qualcosa in più del suo libro, della sua passione per la scrittura e di come ha fatto a raggiungere una casa editrice così importante.

Come mai questo titolo?

Il titolo è un verso della raccolta poetica “Foglie d’erba” di Walt Withman. Quando l’ho letta ho sentito delle assonanze con la mia storia e ho pensato che quel verso in particolare, sebbene un po’ lungo per i canoni tradizionali dell’editoria, fosse perfetto.

Pubblicare per Mondadori deve essere una soddisfazione enorme. Come ci sei riuscita?

Sono approdata a Mondadori grazie alla mia agenzia, Donzellifietta, e in particolare al lavoro di due donne, Silvia e Stefania, che si sono prese cura della mia storia, l’hanno coccolata e accudita fin dai primi, claudicanti passi, e sono riuscite a offrirle una bella occasione per poter giungere al grande pubblico. Certo pubblicare con una major non è un gioco. Il lavoro di editing è stato importante, ho seguito i preziosi suggerimenti di Marilena Rossi, editor di Mondadori, con cui ho sentito subito una sintonia. È importante lavorare con persone con cui si condividono obiettivi, strategie e sensibilità. Quando accade, ed è piuttosto raro, il risultato ne giova sempre. La mia piccola storia è stata seguita e curata con attenzione e passione.

Di cosa tratta il tuo romanzo?

Il libro racconta la storia di Diego e Giulia, entrambi incastrati nelle loro solitudini. Diego, editor in una piccola casa editrice veneziana, che colleziona parole per dare un senso alla sua vita e Giulia, pittrice, che gioca con i colori e le sfumature delle emozioni, incapace di affrontare quelle più sommerse. Un giorno Giulia perde la sua agenda e Diego, per caso, la ritrova. Tra le sue pagine, scopre una curiosa To do list di cose da fare a Venezia che attirano la sua curiosità ed è così che, anziché ritornare l’agenda alla sua proprietaria, decide di conoscerla meglio spiando gli appuntamenti della sua lista. Da questo momento in poi si sviluppa uno strano inseguimento tra le calli e i campielli veneziani che a un certo punto prenderà una piega inaspettata…

Cosa desideri trasmettere ai lettori?

Scrivo per suscitare domande, non risposte, perciò spero che la mia storia non fornisca un messaggio, ma un’occasione per guardarsi dentro. Le domande che il lettore potrebbe porsi sono diverse, a seconda della sensibilità. Provo a formularne qualcuna che questa storia ha smosso in me: Che rapporto ho con il passato? Sono capace di perdonare me stessa? Sono in grado di affrontare le conseguenze della felicità?

Cosa rappresenta per te la scrittura?

La scrittura per me ha due facce. È “la stanza tutta per me” di Virginia Woolf, uno spazio in cui amplificare i miei dubbi e le mie paure, rielaborare le emozioni, dar corpo all’immaginazione ed entrare più profondamente in stessa; ed è anche un modo per mostrarmi agli altri, gettare in pasto ai lettori pezzi di me che solo per poco tempo mi sono appartenuti e ora pungolano, accarezzano, tormentano altre persone. Una volta pubblicato, un romanzo non appartiene più a chi lo scrive… Spero che “Da qualche parte starò fermo ad aspettare te” trovi ancora dei lettori in grado di sorridere, commuoversi e porsi le domande giuste per la propria vita.

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venerdì 3 Gennaio 2025