Torte che peccano di vanità

Torte che peccano di vanità

Wowwww! si esclama alla vista di alcune opere d’arte ed oggi lo sono anche le torte di Cake Design che oltre ad appagare il palato, seducono in toto gli ingordi.

Il merito è del pasticciere estroso che scolpisce lo zucchero fino a farne un capolavoro commestibile. Ma c’è anche uno zampino regale: già diffusa negli Stati Uniti, la Sugar Art irrompe nell’Inghilterra vittoriana quando lievito e bicarbonato di sodio valicano i confini anglosassoni gonfiando gli impasti e l’arrivo del forno a temperatura controllata ne ottimizza le cotture.

Nel 1840 le campane del St. James’s Palace annunciano il matrimonio tra la Regina Vittoria e Alberto di Sassonia. La Royal Wedding Cake, 140 kg di dolcezza, viene costruita dai maestri pasticcieri con due nuove preparazioni dolciarie: la miniatura degli sposi, la Britannia, il cupido, ed altri ghirigori sono forgiati grazie al fondente di zucchero, composto duttile a base di zucchero a velo, acqua e glucosio che, data la sua natura isolante, permette di conservare un pezzo di torta fino al primo anniversario di nozze, così come previsto dalla tradizione matrimoniale del tempo.

Gli altri decori sono in perfetta tinta con l’abito nuziale di Queen Victoria e fatti di Royal Icing  (ghiaccia reale), candida glassa bianca a base di zucchero a velo e albume d’uovo.

Se il matrimonio tra la Signora di Man e Alberto è destinato a squagliarsi nel 1861 con la morte del consorte, quello tra Cake Designer e zucchero dura ancora oggi e non poteva esserci storia d’amore più buona.

Cultura
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giovedì 26 Dicembre 2024