Miles Davis rivive nella tromba di Paolo Fresu, ecco Kind of Miles

Dopo Tango Macondo e Tempo di Chet il trombettista sardo Paolo Fresu conclude la trilogia musicale prodotta dal Teatro Stabile di Bolzano per la regia di Andrea Bernard, artista di fama internazionale da poco insignito del Premio Abbiati per la regia del Don Carlo di Giuseppe Verdi.

Ad accompagnarlo come sempre un pool di musicisti eccezionali, a partire dal pluripremiato batterista degli Elio e le Storie Tese, Christian Meyer, qui nell’inedita performance a quattro mani conil collega Stefano Bagnoli: “Una batteria suonata da quattro braccia e quattro gambe, ma con un’unica testa”. E ancora BeboFerra alla chitarra elettrica, Dino Rubino al pianoforte e al Fender Rhodes, Federico Malaman al basso elettrico, Filippo Vignato a trombone, multieffetti, synth e Marco Bardoscia al contrabbasso, senza contare che lo stesso Fresu si esibisce con tromba, filicornoe multieffetti nel tentativo di rievocare la magia di uno dei più grandi jazzisti della storia. Diviso tra musica, aneddoti e spiegazioni Kind of Miles è uno spettacolo potente che trasporta il pubblico nell’universo creativo e visionario di un uomo che ha saputo vedere oltre, precorrendo i tempi e cambiando così per sempre la scena musicale novecentesca.

“Era il 1991 e mi trovavo a Cagliari quando appresi la notizia che Miles Davis aveva lasciato questo mondo”, è dalla fine che Fresucomincia per guidare gli spettatori in un viaggio intimo e poetico alla riscoperta dell’icona che ha segnato la sua formazione artistica. Nato nel 1926, il “Prince of Darkness ha rappresentato un punto di riferimento per generazioni di trombettisti, con i suoi eccessi e le sue intuizioni, brillantemente sottolineate e rappresentate in quest’opera: le droghe, le lotte per l’affermazione della popolazione nera, la rivendicazione delle proprie radici attraverso la postura, sempre ripiegata su se stessa, a volte verso il basso a ricercare una relazione con la terra, altre volte verso l’alto a comunicare con il cielo, e negli ultimi anni spalle al pubblico a ricercare un dialogo con i musicisti. Tutto viene sapientemente ricreato da Fresu e dalla band attraverso la musica, la narrazione e il corpo, coadiuvati da scenografici effetti visivi ad opera di Marco Usuelli e Alexandre Cayuela, in collaborazione con la Facoltà di Ingegneria della Libera Università di Bolzano.

«Chet Baker e Miles Davis sono stati i miei artisti di riferimento, due artisti che ho molto amato e ai quali mi sono sentito molto vicino. Miles ci ha insegnato ad andare sempre avanti. Credo che in questo momento storico, al di là dell’estetica, ci sia un bisogno impellente di vedere oltre le cose. Forse saranno proprio lavisionarietà, la poesia e il coraggio a darci la possibilità di salvare il pianeta».

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giovedì 26 Dicembre 2024