FDS 2024 – Carl Lewis, il figlio del vento

Metteremmo la firma per superare la soglia dei 60 anni con lo stesso carisma, la stessa energia e la stessa gioia di vivere che ha mostrato Carl Lewis nella cornice del Festival dello Sport di Trento. Il suo incontro è stato uno show di un’ora, di cui Lewis è stato mattatore. Ha fatto ridere, ha fatto riflettere senza mai una parola fuori posto. Una masterclass su ciò che significa avere classe.

Un po’ di cornice per chi non sapesse di chi stiamo parlando. Carl Lewis è un saltatore in lungo e velocista, capace di vincere nove medaglie d’oro alle Olimpiadi tra Los Angeles 1984 e Atlanta 1996. Tra queste nove medaglie risaltano le quattro consecutive vinte nel salto in lungo, impresa mai riuscita a nessun altro nella storia delle Olimpiadi. Eppure il sorriso con cui accoglie il pubblico è autentico, così come la voglia di raccontarsi. Del resto con l’Italia c’è un rapporto speciale, dal momento che la prima competizione europea a cui ha partecipato è stata proprio nel nostro Paese nel 1980.

Longevità è la parola chiave. È la cosa di cui Lewis va più orgoglioso. Partecipare a quattro Olimpiadi consecutive è cosa che riesce a un ristrettissimo gruppo di atleti. Partecipare e vincere per quattro Olimpiadi di seguito è cosa ancora più rara. Il dato è ancor più impressionante se si pensa che Lewis avrebbe potuto partecipare anche alle Olimpiadi di Mosca del 1980, poi boicottate dall’intero movimento statunitense. Sarebbero state cinque Olimpiadi una dopo l’altra. Un fenomeno.

Un privilegio, di cui Lewis è sempre stato consapevole e riconoscente. “Da grandi poteri, grandi responsabilità”: è una formula che abbiamo sentito in molti contesti ormai, ma che il Figlio del vento ci tiene a ripetere. Primo, perché non si ottiene nulla senza il duro lavoro, senza una costante tensione verso il miglioramento. Secondo, perché devi in qualche modo restituire quanto ti viene dato, e Carl Lewis ha sempre cercato di usare la propria popolarità per diventare portavoce di tante cause che gli stavano a cuore, come la lotta affinché l’atletica ottenesse la giusta visibilità in un’epoca in cui gli atleti professionisti erano davvero pochi. In questo senso i social network sono un potente strumento, che permette di raggiungere una platea di persone molto ampia.

Un’ultima battuta riguarda le prossime Olimpiadi di Los Angeles, proprio dove Carl Lewis ha cominciato quarant’anni fa. «Spero sia una bella Olimpiade», afferma. «Dopo gli splendidi giochi di Parigi, Los Angeles dovrà mettercela davvero tutta». La speranza? Poter essere l’ultimo tedoforo. Ma non diciamolo ad alta voce, perché altrimenti il sogno non si realizzerà: «A tutti i bambini presenti in sala: quando dite le vostre preghiere prima di andare a letto la sera, chiedete che Uncle Carl possa essere l’ultimo tedoforo. E ditelo anche ai vostri amici: che Uncle Carl possa essere l’ultimo tedoforo».

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giovedì 21 Novembre 2024