Ryan Gosling – “Letteralmente io”

Il trend del “Literally Me” – letteralmente io – del mondo digitale, tra Instagram e Tiktok, è ormai centrale nell’algoritmo, noumeno e creatore dell’intrattenimento di una grande fetta della popolazione mondiale, da qualche anno. L’origine è stata tracciata da tantissimi siti web, e l’origine è chiara: l’impersonificazione in determinati personaggi, in linea di massima protagonisti maschili, tendenzialmente molto cupi, è il risultato e la creazione stessa della caterva di meme – diamo per assodato che non serva più una spiegazione del termine – che hanno il “letteralmente io”, come protagonista. Taxi Driver, American Psycho (American Psycho?), Batman (in particolare quello di Reeves), sono film che hanno dei “literally me carachter”: Patrick Bateman, Bruce Wayne o Travis Bickle, ma su tutti c’è un attore che porta con sé questo titolo qualsiasi sia la sua prestazione ormai. Stiamo chiaramente parlando di Ryan Gosling: il “Letteralmente io” per definizione. Una punta di invidia qualche anno fa, come per tutti gli attori o le persone più di spicco, è parte del gioco, si trasforma in ammirazione quando il lato umano emerge: l’attore è “alla portata di tutti”. Non si tratta solo del suo modo di rapportarsi ai fan, sempre tanto piacente quanto genuino, ma dei ruoli che ha scelto di interpretare. In Blade Runner 2049, il primo “literally me” film, con grande probabilità, l’agente K è l’incarnazione della solitudine che sembra aver travolto tante e tante persone, ma dall’altro lato non si esprime, non si apre, portando con sé – se vogliamo dargli un significato più porofondo rispetto a quello che vestirebbe magari guardando il film con superficialità – lo stigma dell’espressione dei sentimenti maschili. Così come lui, Sebastian in La La Land, l’eterno sognatore, destinato a diventare cinico, ma anche il guidatore in Drive, enigmatico e che darebbe la vita pur di fare del bene ai suoi cari. La combinazione tra questi fattori ha portato Gosling ad essere un eroe moderno, un po’ come per l’Italia degli anni ’60 fu Mastroianni.

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mercoledì 5 Febbraio 2025