La MLS è “avanti” nel suo essere “indietro”

Se dovessimo dare uno sguardo al calciomercato estivo, mentre quello invernale entra nel periodo clou, tra gli avvenimenti più significativi c’è stata in Italia una grande scossa di terremoto “a stelle e strisce”: Lorenzo Insigne e Federico Bernardeschi hanno fatto i bagagli per il Canada, dove hanno cominciato la loro stagione per il Toronto, militante nella MLS. Se da un lato molti hanno deriso il trequartista juventino, “scappato dal calcio che conta”, dall’altro c’è stata una grande difficoltà nel giustificare la scelta dell’ex capitano del Napoli. Che sia una questione di “soldi” non è un’argomentazione fondata, tenendo conto dei contratti multimilionari accumulati dallo Scugnizzo nelle dieci e più stagioni disputate con la sua seconda pelle; anche il fatto che abbia optato per un pensionamento anticipato non sembra reggere come teoria. La risposta al “perché”, posto dai fan dell’ala sinistra in più e più contesti, potrebbe essere la Major League Soccer stessa.

La storia della MLS comincia dalle ceneri della North American Soccer League, fallita per problemi finanziari nell’84, dettati da uno scarso seguito, caratteristico almeno fino al 2007, un anno cruciale: David Beckham sbarca negli States e gli States sono pazzi di David Beckham. Fu proprio per la leggenda inglese che venne introdotta la “Beckham Rule”, la possibilità di andare oltre il tetto salariale, imposto dalla lega, per 3 giocatori. Il tetto massimo era di 300 mila euro nel 2010, oggi è raddoppiato, di pari passo con l’apprezzamento del pubblico. Per esempio Mbappè non potrebbe giocare in squadra con Messi, Neymar e Sergio Ramos, a meno che uno dei quattro non decida di veder scendere il proprio stipendio fino ai 600 mila euro, uno scenario a dir poco improbabile. Oltre la fiscalità svizzera, il campionato potrebbe essere interessante per i più giovani, perché – se una volta si richiedeva “solo” una grande preparazione fisica – ora il gioco è fluido e non è un caso che il flusso di giocatori lontani dal ritiro stia cominciando a crescere. La MLS sta diventando una piattaforma visibile più di alcune delle “farmer league europee” per eccellenza: la scelta tra un campionato in via di sviluppo, con tutte le potenzialità del caso, e una squadra di quarta fascia in Conference League, non sembra così difficile.

Certo che a parti inverse l’appeal del vecchio continente deve essere sempre molto accattivante, dato che è ormai un’abitudine quella di partire per affermarsi in Europa. Basta guardare quanti giocatori dal Nord America stanno popolando le Top 5 leghe: Adams, Aarons, McKennie, Davies e così via discorrendo. Ma sorge altrettanto spontaneo domandarsi: “Il trend si potrebbe invertire? Smetteranno di partire un giorno? E se fossero Zaniolo o De Ketelaere a partire per trovare la stabilità che manca in Europa?”. La risposta è che se vogliamo vederlo come un rischio, allora lo stiamo correndo: il primo è stato Riqui Puig, classe ’99, che dalla cantera blaugrana è già partito per Los Angeles, dopo la burrascosa rottura col club catalano che da futura promessa lo ha visto relegato ai margini della squadra. Lo spagnolo sta facendo già una buona pubblicità: “Sono davvero impressionato dal livello delle squadre, c’è competizione. Questo potrebbe diventare uno dei migliori campionati al mondo, il potenziale c’è. Da adesso tanti altri giovani arriveranno, per crescere e imparare”, dice lui. Ça va sans dire, direbbe qualcuno.

Dovendo tirare le somme potremmo dire che se dieci anni fa la leggenda del calcio brit Robbie Keane, giocatore dell’LA Galaxy per quattro anni, diceva che “Non ci può essere un paragone tra una top lega europea e la MLS”, oggi possiamo dire che se un divario esiste il problema non è colmarlo, si tratta solo di tempo. Anche Zlatan si è sbagliato per una volta, perché prima di tornare nella sua seconda vita rossonera, dopo i 52 gol in 56 presenze con il LA Galaxy, disse che “gli americani sarebbero potuti tornare a guardare il baseball”, ma gli Yankee non sembrano averlo ascoltato, nonostante la verve divina che è solita caratterizzarlo: il calcio lo guardano, eccome.

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domenica 22 Dicembre 2024