Andrea Mazzella, l’Africa che mi ha stregato

Nel mese di Settembre Andrea Mazzella ha esposto la sua mostra dal titolo “Donne d’Africa” al Palazzo delle Terme di Levico. La mostra ha raccontato attraverso le numerose fotografie gli usi e i costumi di alcune regioni dell’Africa, meta per circa venti anni dei viaggi di Andrea.

Rimane così poco da raccontare, quando si osservano delle fotografie che non sono il frutto della curiosità di un occidentale, bensì sono un tutt’uno con questi popoli.

Andrea ha rilasciato ad UnderTrenta questa intervista, dove ha spiegato le ragioni profonde che lo hanno portato ad esporre le sue opere, dedicandole in maniera particolare alle donne dell’Africa. Tuttavia, c’è poco da fare, un legame così intenso, quelle emozioni e le mille avventure racchiuse in quelle fotografie, devono essere viste. L’invito, prima ancora di leggere, è quello di guardare subito la pagina Instagram di Andrea Mazzella. Per gli appassionati di fotografia, per gli studiosi di etnie, per i curiosi che amano gli angoli più selvaggi della nostra Terra, per chi vuole solo un po’ sognare, ce n’è per tutti. Guardate con i vostri occhi e poi leggete quello che si può solo provare a spiegare in poche righe.

Andrea ha rappresentato le donne appartenenti a cinque regioni, principalmente Namibia, Mozambico, Zambia, Etiopia e Angola.  Sono dei posti vissuti in più di un’occasione: nel 2010, per esempio, Andrea contatta un pilota di piccoli aerei monoelica e gli chiede di condurlo in volo attraverso l’Africa. In 20 giorni di volo, partendo dal Sud Africa, passa attraverso Namibia, Botswana, Zimbabwe, Zambia, Tanzania, Kenya, in posti che nemmeno il pilota stesso aveva mai visto, atterrando dove capita, tra giraffe, zebre, fenicotteri, nel bel mezzo della culla dell’umanità, dove le radici della Madre Terra si sentono scorrere potenti dentro le vene.

In questi luoghi, immersi fino al collo nella natura, si sente l’istinto primordiale della vita, si sente la connessione esistente tra tutti gli esseri viventi e l’unica cosa che scandisce il tempo è il rimbombo del cuore che risuona ovunque. Niente isterismo occidentale, acquisti compulsivi, manie depressive. L’essenziale è abbastanza e, anzi, spesso manca.

In Africa, spiega Andrea, c’è il meglio: aria, acqua, terra e mare come se non esistessero in nessun altro luogo. E c’è anche il peggio. La fame vera, la povertà più dura, la morte senza scampo.

Perché le donne? “Le donne sono tutto”. Continua Andrea: “Crescono i bambini, lavorano la terra, fanno le madri, le mogli e le nonne. Gli uomini fanno molto poco. E anzi, con l’arrivo del turismo in molte parti dell’Africa, si è diffuso un vero problema di alcolismo, per gli uomini.”

Andrea racconta che anche nelle strutture turistiche, il 90% di chi lavora è donna.

Un appunto importante: le foto della mostra sono tutte in bianco e nero. I colori distraggono, il bianco e nero racconta. Andrea non è mai stato un curioso, magari uno un po’ annoiato che un giorno si improvvisa viaggiatore. Per lui le foto sono il risultato di un legame profondo, nato dallo stimolo di poter vedere oltre a quello che spesso è, volente o nolente, la gabbia della quotidianità.

Le sue foto talvolta sono fatte da lontano, con uno zoom potentissimo, anche a distanza di trenta metri, per cogliere la vera storia, dietro ciò che ognuno può guardare.

Oppure, alcune volte, Andrea racconta che prova ad instaurare un rapporto di fiducia con le persone, senza far vedere subito la macchina fotografica, ma chiedendo poi in seguito il permesso per fare qualche scatto, senza rubare qualcosa, ma condividendo con loro quel momento.

Vista con gli occhi di Andrea, l’Africa mostra il suo aspetto più vero, senza pregiudizi. Non rimane che augurarsi di poter vedere presto un’altra sua mostra.

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giovedì 26 Dicembre 2024