Festival dello Sport: Paolo Maldini in “Milan Campione”
L’ospite più atteso dell’ultima giornata del Festival dello Sport è stato sicuramente il figlio di Cesare Maldini, il capitano del Milan per antonomasia, la maglia numero “3” più famosa: Paolo Maldini, un uomo che ha indossato “solo” la sua seconda pelle rossonera, sulla quale è stato capace di far stampare più di un momento di gloria, visto il palmares chilometrico. Suo padre fu campione d’Europa prima di lui e il cognome “Maldini” è diventata una certezza nell’eccelsa accademia dei difensori italiani, storicamente tra i migliori, ma – a differenza del papà Cesare – Paolo è riuscito nell’essere vincente anche come in veste di dirigente tecnico del Milan, squadra per cui ha esordito anche suo figlio Daniel, attualmente in prestito allo Spezia.
Sono stati Luca Bianchin e Gianni Valenti ad avere la possibilità di intervistare Maldini di fronte allo splendido pubblico del Teatro Sociale di Trento, dove la coda per assicurarsi un posto in prima fila era già partita dal mattino. Non c’è stato nulla di sorprendente nell’osservare una presenza numerica del genere, come non lo è stato il trovare magliette esposte, degli striscioni o che, appena il difensore si è affacciato sul palco, sia partito il coro “C’è solo un capitano”, proprio come se fosse un match dei rossoneri. Non c’era da stupirsi perché Maldini è stato capace di costruirsi in carriera il rispetto del pubblico mondiale; ieri era Gullit a spendere parole dolci, il giorno prima Adriano Galliani e così via.
Fu proprio dal posto che fu di Galliani, l’uomo che “offrì a Paolo tutte le posizioni, meno che quella di direttore tecnico”, che la carriera in dirigenza di Paolo ebbe inizio nel 2018. Il primo acquisto è stato Rade Krunic, il primo colpo Theo Hernandez, convinto con “quel caffè ad Ibiza”, e così via, con Giroud, Ibra, Tonali, fino ad arrivare al culmine della passata stagione con la vittoria dello scudetto, alla faccia dei cugini nerazzurri, arrivati secondi a distanza di due punti. Il segreto della riuscita di un progetto del genere è possibile leggerlo tra le righe ed è il clima che lo staff del Milan è riuscito a costruire: non si potrebbe che descriverlo come “familiare”, lo stesso d.t. ha confermato che il suo modo di fare è paterno con molti ragazzi della squadra, del resto hanno la stessa età dei suoi due figli, Daniel e Christian.
Tra i temi toccati c’è stato anche i rapporti con due elementi chiave nella riuscita del tutto: quello con l’allenatore Stefano Pioli e quello con il direttore sportivo Frederic Massara. “Stefano lo conoscevo dall’Under 21, giocammo insieme tantissimi anni fa. Non sapevo avesse questa carica in campo, è contagiosa, ha un’energia mai vista e riesce a trasmetterla quotidianamente. È una persona che non prende alibi, è cresciuto e ci ha fatto crescere: è un leader nato. Era un “Normal One”, ma essere normali oggi è una grandissima cosa. Capita di parlare con degli agenti che descrivono i calciatori dicendo che si allenano e sono sempre in orario, oramai queste cose sono eccezionali. Con lui ci confrontiamo, litighiamo, finalmente ha trovato un ambiente dove può far vedere quello che realmente è, come allenatore e come uomo”, ha dichiarato Paolo. Mentre su Massara: “ La coppia tra me e lui nasce da un trio, con Leonardo che mi chiese di rimanere a costituire il gruppo dirigenziale. Chiamai Zvone Boban e avendo ricevuto moltissime chiamate che parlavano bene di Ricky. Non lo conoscevo ma lui ci aveva fatto gol con Pescara e Pavia. È fondamentale, siamo una coppia di fatto, viviamo in simbiosi durante la settimana”.
Quando gli è stato chiesto poi di temi scottanti per i tifosi, come il rinnovo di Theo e quello di Leao Maldini ha gelato il pubblico presente, dicendo che “non esistono giocatori incedibili al giorno d’oggi” e che “sono state già rifiutate varie offerte significative per Theo, così come per altri”.
A prescindere dalla sua risposta, è impossibile non avere fiducia in un uomo che nell’arco di tre anni è riuscito in una Mission Impossible, riportare il Diavolo dall’inferno al Cielo più alto della Serie A: Paolo non si vuole porre limiti, si è definito come cresciuto dopo l’esperienza dello scudetto, vissuta per la prima volta in una maglia che non fosse la “sua 3”, ma il progetto è chiaramente costruito per il lungo termine e lo testimonia l’età media del gruppo, come anche i nuovi acquisti, su tutti De Ketelaere: quest’anno la sfida per la seconda stella è accesa come non mai.
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domenica 22 Dicembre 2024