Festival dello sport: Andrea Lanfri, toccare il cielo con tre dita
Un anno dopo la sua partecipazione in cui aveva raccontato dei suoi progetti, Andrea Lanfri torna al Festival dello Sport per “passare dalle parole ai fatti” e non narrare più dei sogni ipotetici, quanto dei desideri avverati. Lucchese, 35 anni, nel 2015 viene colpito da una meningite fulminante che lo lascia senza le gambe dal ginocchio in giù e con tre sole dita delle mani, ma anche con la forza di intraprendere una nuova vita riscoprendo le sue più grandi passioni, l’atletica e l’alpinismo, fino a bellissimi traguardi.
«Il 13 maggio 2022 alle ore 5.40 ho coronato il sogno di toccare il cielo con tre dita, raggiungendo la cima dell’Everest. È stata una grande emozione, a lungo immaginata. Oltre che una soddisfazione personale, è stata l’occasione per mandare un messaggio importante: se uno vuole, nonostante gli intoppi, può sempre raggiungere i suoi sogni». Con la pregressa passione della montagna ma il corpo altamente compromesso era difficile pensare che sarebbe stato realmente possibile tornare all’alpinismo, ma il desiderio di essere quello di prima è sempre stato molto forte e, dopo vari tentativi e varie cadute, è stato possibile “valorizzare ciò che era rimasto” come dice lo stesso Andrea. Nel 2019, infatti, «la montagna ritorna prepotentemente nella mia vita, era una sfida personale, l’avversario più temibile ero io stesso».
È stata, questa, un’impresa in ambiente estremo sia per il corpo umano, sia per gli arti artificiali: «Ho dovuto avere una particolare attenzione per le protesi sin dai primi giorni, soprattutto per non crearmi dei problemi fisici come lividi e ferite» racconta Andrea, descrivendo poi le due tipologie che aveva con sé: un paio da trekking e un paio più tecniche da alpinismo. Le seconde presentavano dei piedi speciali, femminili, quelli che si utilizzano per mettere le scarpe con il tacco. Risultano diverse da quelle abituali ma hanno permesso di affrontare al meglio la parte più difficile, ossia la discesa. Ed è proprio a dopo la tensione della discesa che sono stati rimandati i festeggiamenti della riuscita dell’impresa. «La felicità era altissima, il premio che mi sono dato è stata una bella coca cola (ride, ndr), sì perché erano mesi che bevevamo soltanto neve e la coca cola era proprio il mio pensiero fisso».
E che dire della sua altra passione, la corsa? «È stata per me la riabilitazione. Non l’ho effettuata come è normale al chiuso ma, grazie a una raccolta fondi, all’aperto e in pista con le protesi a lama. La corsa mi ha rimesso in gioco, ha rilanciato tutto, per questo è stata anche inserita nel progetto dell’Everest». Andrea ha infatti infranto il record del mondo sul miglio di corsa più alto al mondo (sopra i 5000m di altitudine) affrontandoli in 9 minuti e 48.
Progetti futuri? Completare 7 summits, la scalata delle cime più alte dei sette continenti. Dopo il Monte Bianco, affrontato nel 2020 in compagnia di Massimo Coda, un altro alpinista amputato con cui ha formato «la cordata in cui avevamo una gamba sola in due»; dopo l’Everest, e la recente scalata del Kilimangiaro, Andrea nel gennaio 2023 partirà per l’Argentina per scalare l’Aconcagua in solitaria. Inoltre, nel 2023 sono previsti progetti anche con l’arrampicata pura, sia sulle sue Alpi Apuane, sia con From0to0, una serie di imprese che uniscono corsa, bicicletta e arrampicata, partendo dal livello del mare fino a una vetta e ritorno. Ancora una volta, a toccare il cielo con tre dita.
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mercoledì 5 Febbraio 2025