La rabbia è fuoco per la creatività ed è tempo di lasciarla bruciare

Sguardo feroce, denti stretti, labbra serrate. È il volto della rabbia.

Arrabbiarsi è piuttosto facile: in famiglia, nei luoghi di lavoro, sui mezzi pubblici (nel traffico!).

La rabbia e il suo potere sono temi persistenti e una realtà quotidiana per ognuno di noi. Quando scegliamo le battaglie che vogliamo combattere, quando cerchiamo di comprendere le questioni sociali e politiche che influenzano la nostra vita, quando ci mobilitiamo per esse. Sono tutte parti fondamentali del pensare alla nostra rabbia e del pianificare come utilizzarla al meglio.

Osservare, concentrarsi, pensare e analizzare. Conoscere ciò che ci fa arrabbiare, ciò che è ingiusto e ciò per cui vale la pena combattere è la strategia che ci insegna a comprendere quando sia meglio parlare o agire (e quando invece sia meglio non farlo), quando e come si debbano anticipare le situazioni, come fermarci e quando farlo, come pensare chiaramente nella foga del momento e come risolvere e dare voce ai problemi. Più si è informati, meglio si è attrezzati. Maggiore è l’equipaggiamento e i mezzi di cui si dispone, maggiore sarà l’efficacia e la capacità di assorbimento della rabbia. In questo modo i momenti critici il più delle volte si trasformano in punti di forza. Quando siamo arrabbiati, nervosi, frastornati, quando le nostre emozioni sono in subbuglio, la nostra immaginazione gira velocemente. È in quell’istante che dobbiamo sforzarci di essere creativi, di agire e di dare luce a qualcosa di unico.

La rabbia è un sentimento che è spesso considerato come estremo e negativo, collegato alla perdita dell’autocontrollo.  Ma non è sempre così. Contrariamente all’idea che la rabbia offuschi il pensiero, intesa correttamente è un’emozione sorprendentemente chiarificatrice che ci pone davanti a delle scelte. Ci sono due vie attraverso cui fare i conti con la rabbia: repressione ed espressione. Possiamo lasciare che la nostra rabbia ci bruci lentamente dall’interno verso l’esterno, oppure possiamo incanalarla ed esprimerla in modi nuovi e potenti. La repressione nasce dalla paura di esprimere questa emozione, mentre, intesa correttamente, la rabbia si trasforma in un canale di comunicazione. Non c’è un modo giusto per esprimere quello che si prova. C’è un modo creativo, quello sì. Insomma, ci sono diversi modi per trarre vantaggio dalla rabbia e uno di questi passa certamente attraverso l’espressione artistica. Non è un caso che lo stereotipo raffiguri l’artista come un essere “tormentato” e “inafferrabile”: gli artisti possono davvero essere definiti come delle persone complicate perché probabilmente molto arrabbiate!

In breve, c’è creatività nella rabbia e molta rabbia nella creatività. Parlando di me, scrivere è stato il meccanismo che fino ad ora ho sempre utilizzato per convertire potenti sentimenti negativi in ​​un lavoro immensamente soddisfacente e gratificante. La scrittura mi ha portato all’azione, alla chiarezza e alla comprensione. Scrivendo, la rabbia che sentivo e che avrebbe potuto sopraffarmi è diventata un veicolo, non più una destinazione. Alcune persone potrebbero chiamare questo passaggio come “gestione della rabbia”, ma in realtà si tratta di semplice trasformazione. Qualunque canale si scelga di usare per comunicare la nostra rabbia, la chiave sta nel farla uscire e nel lasciarla bruciare, trasformandola in un mezzo che cura.

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venerdì 3 Gennaio 2025