Serie A: il focus della 6^ giornata
Il calcio ha ancora un’anima. Incredibile dictu. Non ce ne vogliano i non latinisti, ma la nostra formazione umanistica, specialmente in momenti memorabili, ci fa talvolta scivolare, rendendoci arcani. Il match tra Genoa e Verona, andato in scena allo stadio Ferraris, ha rappresentato uno di quei momenti.
Una gara bellissima, a cui ha fatto contorno uno stadio gremito (già quello, di per sè e di questi tempi, basterebbe ad emozionare), complice la decisione della nuova proprietà a stelle e strisce – per l’occasione vestita di rossoblù – di regalare ai supporters genoani l’ingresso omaggio, per coronare il suo insediamento all’ombra della lanterna.
Al fischio d’inizio tutti s’aspetterebbero una gara contratta, alla luce delle difficoltà incontrate dalle due formazioni in questo inizio di stagione. Aspettativa presto smentita: un, due, tre e Verona subito in vantaggio con il Cholito Simeone bravo a staccare nel cuore dell’area, magistralmente servito da Faraoni. “Non siamo mica gli americani… ma tant’è…”, avranno pensato i ragazzi di Igor Tudor.
I padroni di casa accusano il colpo e, testa e gambe molli, non riescono a trovare le contromisure ad un Hellas dilagante che, nel primo tempo, ha la sola colpa di non riuscire a raddoppiare.
La ripresa inizia con una girandola di sostituzioni: dentro Behrami, Pandev e Sutalo per Melegoni, Cambiaso e Lazovic. La musica non cambia: dopo appena due minuti Maksimovic interviene su Simeone in area e l’arbitro Doveri, richiamato dal Var, assegna il rigore agli scaligeri. Dal dischetto si presenta Barak che non lascia scampo a Sirigu: 0-2 e notte fonda per gli 11.000 del Ferraris.
I minuti della ripresa trascorrono, fisiologicamente, con i padroni di casa all’angolo, forse solo in attesa di ritornare negli spogliatoi a leccarsi le ferite. Ma, quando anche il più avventuroso degli scommettitori non avrebbe puntato un centesimo sul segno 1x, avviene l’imponderabile. Leggete bene: minuto 75, dopo due tentativi di Lasagna e Barak disinnescati miracolosamente da Sirigu è Dawidowicz, senza neppure accorgersene, a rimettere in gara i padroni di casa con un tocco di mano in area che regala ai rossoblù il rigore dell’ 1-2, realizzato da Mimmo Criscito.
Apriti cielo. Passano cinque minuti e il Genoa pareggia con uno stacco chirurgico di Destro che, da due passi, fulmina un non certo brillante Montipò. Passano altri cinque giri di lancetta ed è l’epica a fare la sua comparsa sul rettangolo verde del Ferraris: è sempre l’attaccante marchigiano, addirittura con una bottiglietta d’acqua in mano (“Non sapevo dove buttarla”, le sue parole a fine gara ndr), a beffare di nuovo l’estremo difensore dell’Hellas con uno scavino.
Gli ultimi minuti di gara sono da elogio della follia. Con gli americani in piedi (NFL nel dimenticatoio), una città pronta festeggiare e gli ospiti schiumanti di rabbia, arriva l’ennesima svolta di giornata che potrebbe intitolarsi “Nikola Kalinić non ci sta”, per la regia di tal carneade Nicolò Casale: cross al bacio per il croato che svetta e fulmina un incredulo Sirigu e firma il 3-3. Incredibile dictu, stavolta per davvero.
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mercoledì 30 Ottobre 2024