Uomo e cane, educazione o cooperazione?

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Ho da un paio di anni ho adottato una bellissima cagnolina nera. Spesso per strada le persone mi fermano per un commento su quanto sia lucido il suo pelo o per farmi qualche domanda: “Che razza è?”, “Quanti anni ha?”, “È maschio o femmina?”. Non di rado, tra le domande, arriva anche “È brava?” oppure “È educata?”. Io confermo sempre, perché in effetti Shen lo è, ma questa domanda mi dà sempre da pensare. Essere educata/brava non è una caratteristica intrinseca del mio cane, ma il frutto di un percorso di crescita e conoscenza reciproca che in realtà abbiamo compiuto insieme. Un percorso dove anche io, per prima, mi sono educata a lei…

Parliamo di questo tema con Stefano Margheri, educatore e istruttore cinofilo di grande esperienza.

Stefano, in che senso si può parlare di “educazione” del cane?

«Nel momento in cui decidiamo di adottare un cane, o acquistarlo da un allevamento, dobbiamo partire dalla consapevolezza che lo stiamo introducendo in un mondo che non è necessariamente il suo. Per quanto ovviamente la selezione artificiale abbia fatto in modo che ci sia una certa plasticità di adattamento all’ambiente umano da parte del cane, inevitabilmente il mondo umano non è il mondo del cane. Quindi, accanto alle competenze che ha scritte nei suoi geni, tra le quali quella di essere un animale sociale, il cane necessita anche di un processo “culturale”, ossia il processo di apprendimento. All’interno del processo di apprendimento noi inseriamo il processo di adattamento all’ambiente sociale in cui l’animale si viene a trovare e inevitabilmente si innescano meccanismi di educazione».

Ma l’educazione è un processo univoco in cui è solo l’uomo a educare il cane?

«Mi fa piacere poter parlare di questo argomento perché l’educazione quasi sempre viene intesa come sinonimo di coercizione, o comunque imposizione o vincolo. In realtà, l’educazione del cane non è altro che l’acquisizione di competenze adattive rispetto all’ambiente in cui viene inserito. Competenze adattive che garantiscono stabilità sensoriale, emotiva e cognitiva. Questo permette di riuscire ad entrare, nel rapporto tra cane e proprietario, in un meccanismo di comunanza di interessi e non di conflitto di interessi. Questo è fondamentale e va oltre la semplice visione antropocentrica del “io dico e tu fai”, ma entra invece in un gioco molto più ampio che è il gioco “a somma non nulla” o gioco “a somma non zero”, cioè quel gioco dove tutti i partecipanti vincono. Quando ogni partecipante ad un gioco – in questo caso cane, famiglia e contesto sociale in cui è coinvolto – porta a casa qualcosa non ci si trova mai di fronte ad un conflitto di interessi ma ad una comunanza di interessi. In altre parole, emerge la cosiddetta “cooperazione”».

Si educano anche le persone, oltre ai cani, in questo processo?

«Inevitabilmente. Quando modifichi un comportamento del cane, modifichi un comportamento della persona e quindi il processo di educazione e di apprendimento è totale. Ogni volta che la persona riceve un’informazione, se decide di accoglierla, modifica il suo comportamento. L’apprendimento non è altro che una costante modificazione del comportamento e di conseguenza si pone, reagisce, codifica e decodifica in modo diverso. È sempre una modificazione sistemica. C’è l’evoluzione di due specie diverse che hanno come obiettivo il raggiungimento di una relazione simbiotica, che è solo tra specie diverse. In etologia, la relazione simbiotica si riferisce solo a rapporti interspecifici».

Non è solo educare il cane, quindi, ma anche educare sé stessi…

«Sostanzialmente è mettere in gioco tutti gli attori. Si agisce su un modello sistemico interspecifico, tra specie diverse, con similitudini e differenze. È un lavoro tutt’altro che facile, è molto complesso come tutti i sistemi e di conseguenza non basta solo la capacità di insegnare al cane un certo comportamento, ma anche molto altro».

Stefano Margheri, educatore ed istruttore cinofilo, nel suo centro “Dagli occhi di Mia” a San Rocco di Villazzano (Trento) offre corsi di educazione di base e avanzata, attività sportive e di rieducazione per i disturbi del comportamento. La sua passione per l’approfondimento scientifico e la sua esperienza trentennale sul campo ne fanno un punto di riferimento per tutti coloro – neofiti o aspiranti professionisti del settore – che desiderano comprendere meglio il proprio cane e approfondire i segreti del suo affascinante rapporto interspecifico con l’uomo.

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giovedì 26 Dicembre 2024