Il principio della Fine
Definizione di idillio: condizione di vita serena e tranquilla, caratterizzata da armonia e pacifica convivenza.
Domande: è mai esistita sulla terra o potrà esistere un’epoca idilliaca sgombra da violenza e predazione? Il fenomeno della vita può prescindere dalla competizione? In Le opere e i giorni, Esiodo racconta di una mitica età dell’oro in cui gli uomini vivevano felici, senza invecchiare, nutriti spontaneamente dalla terra e colti dalla morte nel sonno.
Purtroppo però, il secondo principio della termodinamica incombe su di noi, negandoci tali speranze.
E’ stato scoperto da uno scienziato prussiano del XIX secolo: Rudolf Clausius, affascinato dal mistero della natura asimmetrica del calore, che fluiva solo dai corpi più caldi a quelli più freddi. Dapprima aveva individuato la legge di conservazione dell’energia, ben espressa dalla locuzione: “nulla si crea e nulla si distrugge”, ma poi era andato oltre, considerando nel bilancio delle trasformazioni energetiche anche quelle di temperatura, e individuando così un insieme più vasto che chiamò entropia, entità sempre crescente nel tempo.
Successivamente Bolttzmann aggiunse un ulteriore significato, collegandola al concetto statistico di disordine, anch’esso crescente. Si può immaginare una trasformazione naturale come l’atto di sparpagliare un mazzo di carte da gioco: rispetto al mazzo ordinato il sistema subisce un aumento di disordine ovvero di entropia, mentre il contrario non accade, se non con l’ausilio di una più costosa azione di riordinamento.
Dunque questa mostruosa entità della fisica non arretra mai, alimentata dall’irreversibilità di macchine imperfette quali sono galassie, stelle, vulcani, animali o cellule, mentre il cosmo vive e funziona a spese di queste, disorganizzandosi sempre più. Il flusso globale delle trasformazioni naturali è un’onda inarrestabile, avversata da piccole increspature in controtendenza, quali sono la vita, la refrigerazione, la cristallizzazione di un minerale, e più in generale tutti quei processi che richiedono energia per espletarsi. Non c’è generosità nella natura, ma solo uno sfruttamento necessario ad alimentare la corsa inarrestabile verso la Fine, caratterizzata dall’equilibrio termico totale e dal caos.
Poiché l’entropia massima equivale al massimo disordine e quindi alla morte, l’essere vivente deve continuamente cercare di abbassarne il livello assumendo altra energia o altra vita: ecco come la predazione e la competizione diventano azioni imprescindibili della natura. Nessun idillio è concesso.
Freud affermava che: “scopo finale di tutte le forme di vita è la morte”, a questa crudele ma dopo tutto ingentilita verità, possiamo solo opporre la visione di Nietzsche, che in La gaia scienza scriveva: “L’amabile bestia uomo, a quanto pare, perde il suo buon umore ogni volta che pensa bene.”
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venerdì 27 Dicembre 2024