Recensione allo spettacolo “The pride”

di Alexi Kaye Cambell, con Luca Zingaretti

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Leggi qui la trama dello spettacolo!

 

Se davanti ad uno spettacolo di più di due ore non ci si annoia, significa che è stato stimolante, perlomeno intrigante.

Questo vale appieno per “The Pride” di Alexi Kaye Cambell: la scrittura non è quasi mai banale e la costruzione della pièce, fra il 1958 e il 2017, pur essendo raffinata e complessa, non allontana ma coinvolge.

La scenografia è semplice ma efficace e, in particolare nel primo atto, passato e presente si alternano intelligentemente intersecando, al principio della scena, un personaggio.

Per la parte attoriale, merita una menzione di merito Maurizio Lombardi, il più credibile dei tre, il quale, con eleganza e cura dei particolari, dà sfumature differenti al suo personaggio nel passato rispetto a quello immerso nell’attualità. Più rigido Zingaretti, soprattutto nel presente, il quale sembra trattenuto e non riesce a dare uno schiaffo “chiassoso” in una delle scene più drammatiche. Non del tutto convincente neppure Valeria Milillo; personalmente ho trovato quasi fastidiosa la sua interpretazione dell’amica “frociarola”.

In conclusione un’opera a cui comunque assistere, in cui il coraggio omosessuale è quasi un espediente per sondare le questioni dell’identità, che riguardano tutti noi.

Cultura
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lunedì 30 Dicembre 2024